01 Mag ADI SHANKARACHARYA JAYANTI (02 MAGGIO 2025)
🔱🕉️ भज गोविन्दं भज गोविन्दं, गोविन्दं भज मूढमते।
Bhaja Govindam, Bhaja Govindam, Govindam Bhaja Mūḍhamate🔱🕉️
Adi Shankaracharya Jayanti è la celebrazione della nascita di Adi Shankaracharya, uno dei più grandi filosofi e santi dell’India, considerato l’incarnazione del Signore Śiva da molti devoti. Questa festività spirituale è osservata ogni anno, generalmente nel mese di Vaishakha secondo il calendario lunare indù (aprile-maggio), ed è un giorno di profonda riflessione e devozione.
Adi Śaṅkarā non fu solo un filosofo, ma un rivoluzionario spirituale, che in un’epoca di confusione riportò la luce del Vedānta nella vita delle persone.
Con il suo insegnamento dell’Advaita—la non-dualità—ci ricordò che il Sé individuale ( Ātman ) non è separato dal Supremo (Brahman), ma è Brahman stesso. Attraverso la purezza della conoscenza (Jñāna ), la disciplina (Tapas) e la devozione (Bhaktī), indicò la via verso la liberazione, ( Mokṣa)
Egli nacque nel villaggio di Kālati (Kerala) da un’umile coppia di brahmini Nambutiri, Śivaguru e Aryamba, il quinto giorno di Sukla paksha (luna crescente) del mese Vaisaka (aprile – maggio) sotto la costellazione Punarvasu.
Nonostante la coppia conducesse una vita rigorosamente ortodossa, malgrado le preghiere e i digiuni frequenti che Śivaguru e Aryamba praticavano, non sembrava che Dio volesse loro concedere un erede. Un giorno decisero di recarsi in pellegrinaggio al grande tempio di Śiva a Tirusivaperur, l’attuale città di Trichur, in quel luogo per diversi mesi Śivaguru e Aryamba compirono grandi pratiche austere (tapas), fecero offerte, digiuni e visite regolari al tempio Vatakkunatha dedicato a Śiva.
Una notte il Signore Śiva, molto compiaciuto, apparve loro in sogno, concedendogli di scegliere se avere una progenie numerosa, mediocre e longeva, o un figlio dalla vita breve ma che sarebbe stato una benedizione per la loro famiglia, per l’India e per il mondo intero. Inoltre, Śiva fece loro sapere che lui stesso si sarebbe incarnato in questo figlio e che potevano fare ritorno al proprio villaggio.
Fu così che, dopo qualche tempo, Aryamba diede alla luce un bimbo a cui fu dato il nome Saṅkara (benefattore). I suoi biografi raccontano che già all’età di cinque anni conosceva il sanscrito e aveva letto i Purāṇa e i grandi poemi epici. Rimasto orfano in giovane età, il fanciullo dimostrò sempre più un carattere docile e tendente all’ascetismo, egli avvertiva che era nato per svolgere un grande compito: ristabilire la tradizione Vedica nella sua purezza originale.
Divenuto in seguito discepolo di Govinda Bhagavatpāda, il quale lo ammise nella comunità paramamhsa saṃnyāsa, sotto la guida del Maestro imparò i Veda e i sei Vedāṅga. Più tardi, Govindapāda, intuendo che Śiva stesso si era incarnato nel giovane discepolo, gli fece capire che non aveva più niente da insegnarli ed esortandolo a lasciare la comunità, lo pregò di recarsi a Kashi (Vārāṇasī), in quella città sarebbe stato destinato a scrivere i commentari ai tre testi basilari del Vedānta : Upaniṣhad, Brahmasūtra e Bhagavadgītā, e a codificare la dottrina della non dualità (Advaita) secondo la quale esiste solo una Realtà (Brahman) che sottende il mondo fenomenico.
Lungo il cammino, nel viaggio verso Vārāṇasī, Saṅkara accolse i suoi primi discepoli, Padmapāda, Hastāmalaka, Toṭakā e Sureshwara. In seguito, insieme si recarono sull’Himalaya per incontrare il Maestro di Govindapāda, il quale totalmente ritirato dal mondo trascorreva i suoi ultimi giorni in una grotta alle sorgenti del Gange. Gauḍapādācārya questo era il suo nome, benedisse Saṅkara, e anch’egli lo esortò a recarsi a Vārāṇasī. Stabilitosi nella cittadina, Saṅkara compì numerosi pellegrinaggi in tutta l’India, diffondendo il messaggio liberatorio del Vedānta, fondò inoltre quattro Mutt (monasteri) nei quattro punti cardinali del continente indiano: Śringerī a sud, Badrinath a Nord, Puri ad est e Dwaraka a ovest, dove ogni anno questo giorno (Śaṅkarācārya Jayanti) si celebra con grande solennità.
Adi Śaṅkarā lasciò il corpo alla giovane età di 32 anni a Kedarnath, lasciando al mondo un’eredità spirituale dal valore immenso. Ancora oggi ogni ricercatore spirituale, ogni studioso del Vedānta sa bene quanto deve essere grato a questa grande Anima.
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