24 Feb MAHASHIVARATRI: la grande notte del Signore Shiva 26-02-2025
ॐ तत्पुरुषाय विद्महे महादेवाय धीमहि तन्नो रुद्रः प्रचोदयात : Om Tat Purushaya Vidmahe Mahadevaya Dhimahi Tanno Rudra Prachodayat.
Secondo il Rudra Tandava fu nella notte di Mahashivaratri che il Signore Shiva eseguì il ‘Tandava Nathyam’ – la danza cosmica della creazione, conservazione e distruzione primordiale
Si narra che i Deva (gli Dei) e Asura (i demoni) , durante la zangolatura dell’oceano di latte per ottenere l’ Amrita (il nettare dell’immortalità) , fecero emergere un vaso di veleno altamente tossico (Kalakuta o Halahal) . Deva e Asura si terrorizzarono vedendo il veleno, perché era così nocivo da distruggere tutto il creato. Il Signore Vishnu nella forma di Kurma Avatar, sorreggendo la montagna che veniva scossa con il serpente Vasuki usato come corda per la zangolatura , consigliò ai Deva e agli Asura di pregare e cercare l’aiuto del Signore Shiva. Mosso a compassione verso gli esseri viventi, e toccato dalle preghiere dei Deva e degli Asura, il Signore Shiva bevve il veleno, trattenendolo in gola. Il veleno era così tossico che la gola del Dio Shiva divenne blu. Da qui il nome Neelakantha, che letteralmente significa “Colui che ha la gola blu”. Deva e Asura iniziarono a pregare per tutta la notte e il Signore Shiva, contento della loro devozione, affermò che chiunque lo avesse adorato nel giorno di Shivaratri avrebbe ottenuto ogni grazia.
I Deva e gli Asura rappresentano gli aspetti positivi e negativi del proprio sé. La leggenda ci comunica che per raggiungere l’illuminazione bisogna controllare entrambi i lati del proprio sé e bilanciarli per conquistare la meta.
La montagna Mandhara, con cui i Deva e gli Asura scuotevano l’oceano, (Mana – mente; dhara – in una linea o flusso) simboleggia la concentrazione.
Il Kurma Avatar di Vishnu – simboleggia il ritiro dei propri sensi – proprio come una tartaruga ritrae la testa sotto il suo guscio, a simboleggiare la contemplazione attraverso la meditazione e la concentrazione.
L’Oceano di Latte sottoposto a zangolatura – è la coscienza umana collettiva.
Il veleno Halahal – rappresenta la sofferenza e il dolore che viene alla luce quando si passa attraverso un lavoro di osservazione di sé , di rinuncia e ascesi.
È qui che entra in gioco il Signore Shiva. Il suo consumare il veleno ci suggerisce che per risolvere il dolore e la sofferenza che emergono come risultato di un severo lavoro di concentrazione, penitenza e lavoro su di sé si ha bisogno delle qualità del Signore Shiva cioè: coraggio, compassione, volontà, iniziativa, semplicità, austerità e distacco .
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